martedì 22 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 13

 


Andiamo avanti.

Anno imprecisato:

corridoio d’ingresso.

Mi presti le tue mutandinemamma non vuole.

Risveglio al quarto piano – come ci sono arrivata.

2002:

umiliami – ti obbedisco.

Con il collare – cinghia lucida.

Da gattino.

Al guinzaglio.

Sei fatta di tanti piccoli pezzi affascinanti.

Non devi temere nulla.

Cosa c’è da dire.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Non puoi continuare a nasconderti

1985 – 1986:

con regali finti l’amore si avvera.

Bisogna essere normali – comportarsi come gli altri.

Se sono sola posso solo inventare.

È uno scioglilingua, non sempre funziona,

Vita che non ho, pelle che non posso toccare.

2001:

È un piacere starti accanto.

Lo vedi come sono: sono una

lumaca.

Decidi tu per me.

Ma io non so decidere.

Non posso decidere – mi oppongo.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

2005:

porto fuori pezzi di me.

Li regalo – li metto fuori da me.

Quello che rimane – sanguina.

Dobbiamo fare delle scelte.

Dobbiamo fare delle scelte.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

2006:

pavimento, polvere oleosa e sacchi di detriti.

Ricomporre e seppellire con cura

quello a cui non si tiene, quello che si trattiene con sé, nel sé,

testimone con niente da dire.

La minaccia sta nell’aria e non in terra.

Frammenti persi, ma non per sempre.

Magazzino di speranze,

involucro di una torta divorata,

bicchieri puzzolenti di medicina

e sangue mestruale.

Tornare a essere materia:

pietra, sale, sabbia, fango, legno.

Non indagherò, lo prometto.

Sì, vado avanti.


martedì 15 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 12

 



Andiamo avanti.

Io so mentire – non ti fidare.

2006:

non mi fido dei ricordi.

Non mi fido della nausea.

Non mi toccare – non ti avvicinare.

Disgusto del pensare - quello senza nome – senza pronome - fa tacere la pancia.

Cosa c’è da dire.

2006:

niente è vero.

Niente cambia.

È solo una notte – lo devo fare.

Scopare può servire.

Tutti gli uomini sono uguali.

Mi devo sforzare - quello che c’è, c’è.

Ho bisogno di te.

Le fantasie sono idiozie, ma in attesa.

Guarda sempre chi sta peggio di te e non chi sta meglio.

I sentimenti sono del tutto immaginari, sempre.

Cosa c’è da dire.

2006:

ironia.

Mi dispiace che tu sia venuta in questa circostanza e non prima.

Preghiera commovente – stai ferma.

Un altro morto – faccia gialla.

Morto pregando – morto cantando.

Voglio vederti ancora.

Cadavere cremato.

Le ceneri verranno portate nella casa in cui è vissuto.

Custodite sull’altare.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Crema rinfrescante per i piedi.

Crema rassodante per il corpo.

Crema idratante per il viso.

Crema antirughe per gli occhi.

Capelli grassi – pelle grassa.

Maschera per il viso.

Maschera per i capelli.

Maschera per il corpo.

Pelle morta – pulizia del viso.

Io - sono importante.
Io - sono indecente.

Io - soffro.
Io - provo dolore.

Io - non sento niente.

Non mi succede niente – non mi è successo mai niente.

Sono uguale agli altri.

Sono diversa dagli altri.

Voglio stare lontana – non tenetemi qui.

Come se fossi cieca.

Come ci sei riuscita?

Ho fatto tre passi e sono morta.

Morso del serpente – ferita inguaribile.

Sì, vado avanti.

venerdì 11 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 11

 



Andiamo avanti.

1982:

lingua in bocca - mi fai schifo.

Ti evito.

Ti sto lontano.

Ti respingo quando vuoi abbracciarmi.

Neanche un abbraccio?

Nessuno si stupisce.

Nessuno chiede perché non lo saluti?

Nessuna domanda.

Tutti hanno paura di fare domande.

1984:

invento un gioco – lavami e fatti lavare.

Tolgo la mano – sono io che lo sto facendo?

Mamma e bambina.

Sì, vado avanti.



Andiamo avanti.

Evasione totale.

Io non mi fermo ad aspettarti.

Automobile scende dalle scale.

Sei stata fortunata – non è niente.

1993:

Forse è stato investito.

Sono solo le gambe – bevi.

Ti ricordi – non mi ricordo già più.

È per giocare – è per provare.

Vedi di stare bene.

C’è bisogno di te.

Non ho bisogno di te.

Cosa c’è da dire.

È più importante la famiglia o il successo?

È più importante il lavoro o l’amore?

È più importante l’amore o il sesso?

Quanto tempo passi in palestra?

Cosa fai nel week-end?

Fai una promessa.

Sì, vado avanti.


lunedì 7 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 10

 


Andiamo avanti.

1943 – Mia madre, nove anni.

Famiglia sfollata – notti all’aperto.

Per cibo - fichi d’india.

Povertà attaccata alla pelle – per sempre.

Metti la sottoveste sotto i pantaloni.

Abiti cuciti – abiti riciclati.

Non sta bene andare ai giardini.

Non sta bene andare in bicicletta.

Non stai bene così.

Non stai bene.

Non sei mai stata bene.

Non starai mai bene.

Sei come lei.

Ti ammalerai.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Bagagli controllati – voli bloccati.

Attacco di panico scambiato per attacco terroristico.

Non voglio andare – non voglio vedere.

Non mi muovo.

Non ci vado – me ne vado.

Sto da sola.

Non voglio stare con altri.

Non so stare con altri.

Non posso stare con gli altri.

Guardano mangiare.

Non guardarmi parlare.

Non guardarmi scrivere.

Cosa c’è da dire.

Howard Hughes morì pazzo
dopo venti anni di volontaria reclusione,

ma Emily Dickinson scrisse 1775 poesie.

Bisogna credere nei miracoli.

Cosa c’è da dire.

L’eroe e la mente – simbiosi quasi perfetta.

Succede nelle migliori famiglie.

Sì, vado avanti.

venerdì 4 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 9

 


Andiamo avanti.

Raccontami tutto – non raccontarmi nulla.

Se stai male nessuno sta con te.

Non mangio coniglio.

Non mangio cibi in umido.

Non mangio frittura.

Non mangio pesce.

Non mangio cervello.

Non mangio interiora.

Non mangio uova.

Non mangio sedano.

Non mangio manzo.

Non mangio vitello.

Non mangio gelatina.

Di cosa hai paura – non devi avere paura.

Cosa c’è da dire.

24 ore su 24 – collezionismo.

Cosa mi compri.

Cosa mi porti.

Cosa mi regali.

Cos’hai per me.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

1978 – Non so nuotare.

Sabbia mobile – scivolamento.

Acqua in gola – acqua nei polmoni.

Crescono le polemiche.

Approvazione della finanziaria.

Approvazione.

L’alcolista del piano di sopra suona il campanello di notte.

Ho dimenticato le chiavi.

Urla per le scale.

Bussa alle porte.

Pozze di vomito nell'ingresso – puzza di vino rancido.

Muco misto a sangue nell’ascensore.

Cosa c’è da dire.

Sì, vado avanti.

mercoledì 2 dicembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 8

 

Andiamo avanti.

1989 – Elettroencefalogramma nei limiti della norma.

TAC cranica – un giorno senza bere.

Pavimenti lucidi – cameriera in divisa.

Domande – un quarto d’ora.

Tegretol 400 mg – una la mattina una la sera.

C'è di peggio e c'è di più.

Non smetta di studiare.

Era meglio se veniva anche sua madre.

1989 – 1990 – 1991 – 1992 - Non starà mai abbastanza male da voler cambiare.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

1976 – 1977 – I dolori della crescita mi tenevano sveglia la notte.

Di colpo si è spezzata – hanno detto.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

2000 – Mi vendico di te.

Ti faccio soffrire – ti faccio godere.

Voglio avere una buona notizia.

Mentire – non raccontare.

Tutti lo sanno ma non si può dire.

Sì, vado avanti.



Andiamo avanti.

Anno imprecisato.

Occhi sbarrati – faccia rossa.

Ti sbatto per terra e ti ballo sopra.

Anno imprecisato.

Vai a chiederle perdono.

Vai a chiedere perdono.

Vai a chiedere perdono.

Anno imprecisato – non prima del 1976.

Liquori nello scarico del lavandino.

Dorme in garage.

Due tentativi di suicidio.

Lei ci rovina – tu sei come lei.

Lei è morta e io non l’ho vista.

Diventerai come lei.

Sei già come lei.

Sì, vado avanti.


lunedì 30 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 7

 


Andiamo avanti.

1976Lei dice: Tua figlia si ferma
immobile
nel corridoio e mi guarda male.

Corridoio – porte chiuse.

Testa sulla porta.

Cibo nascosto – sigarette.

2004 – La figlia di mia nonna le ha comprato
un abito di seta bianca per la bara.

La figlia di mia nonna è sorella di quello che chiamano mio padre.

Non so cosa mettermi – hai l’armadio pieno.

Non c'è posto per gli scheletri.

Abito da sposa.

Abito da cerimonia.

Abito per il lavoro.

Abito per il tempo libero.

Che cos’hai? Niente.

Niente controllo – dominio totale.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Cosa c’è da dire.

Non ci sono prove.

Abito rosso papaveri rossi poetessa suicida cielo verde.

Dimmi la verità – non so cosa scrivo.

Mi bacerai – mi abbraccerai tutta la notte.

Nel mio letto – guardo il soffitto.

Penso alle nuvole – al paradiso.

Urla alla finestra.

Urla per le scale.

Urla per la strada.

Volevo solo essere – amata.

Torta di compleanno pranzo macedonia.

Sangue misto a urina.

Ti ammazzo – ti faccio un regalo.

Hai fallito – affidati a me.

Sì, vado avanti.

domenica 29 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 6

 


Andiamo avanti.

Cosa c’è da dire.

Non rinunciare ai piaceri della tavola.

Riduci le calorie.

Poliziotti soldati giudici politici avvocati.

Siamo nervosi – siamo stressati.

Lavoriamo troppo – non c’è lavoro.

Bisogna mangiare la frutta di stagione.

Bere molta acqua.

Tutti lo sanno – qualcuno ha visto.

Nessuno parla – nessuno mi crede.

Io non mi credo.

Lei mi crede?

È importante credere?

Nessuna verità – nessuna sensibilità.

Non so se ho fame.

Non so se ho sete.

Non so se ho sonno.

Non so cosa fare.

Ascolto il corpo – il corpo mi ascolta.

Imparo a fingere – mi salvo la vita.

Imparo a tacere – mi salvo la vita.

Imparo a negare – mi salvo la vita.

Imparo a non vedere – mi salvo la vita.

Imparo a non volere – mi salvo la vita.

Imparo a dimenticare – mi salvo la vita.

Imparo a morire – mi salvo la vita.

Cosa c’è da dire.

Non si deve tornare indietro.

Non si può tornare indietro.

Devi raccontare la tua storia.

Non ho storia.

Se non dici niente non hai dentro niente.

Se dici una parola nessuno ti crede.

Non parli abbastanza.

Non parli mai.

Non parli di te.

Non parli di niente.

Non sei chiara.

Non ti capisco.

Mi dai solo la tua merda.

Perché mai dico tutto questo?

Di me

non ho

che

testimonianze

in

elenchi

di frasi

dette
da
altri –
in conversazioni

di cibo
mangiato

di indumenti
indossati

Scrivo quello che hai detto – dunque lo hai detto.

Scrivo la memoria – come una memoria esterna.

La memoria interna – non funziona.

Scrivo dove sono – allora sono.

Dovresti farti curare.

Sì, vado avanti.


giovedì 26 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 5

 


Andiamo avanti.

48 sigarette al giorno.

Numero imprecisato di bicchieri pieni di qualcosa.

Rischi di malattie cardiocircolatorie.

Diabete ictus cancro ai polmoni cancro allo stomaco cancro al fegato cancro al colon perversione rifiuto rivoluzione.

Adesso elencherò le volte che sono morta:

29 febbraio 2004 – Io sono morta il giorno che è morta.

1999 – Io sono morta uscendo da casa sua.

10 ottobre 1986 – Io sono morta il giorno che è morta.

1984 – Io sono morta alle sue parole sulla morte.

Mi ammazzo – non si dicono queste cose.

Mi ammazzo - non sta bene.

1980 – Io sono morta un giorno che non ricordo.

C’erano le olimpiadi di Mosca alla tv.

1976 – Io sono morta per chi non è mai nato.

Non entrerà nella mia stanza.

1971 – Io sono morta un giorno a tre anni nel giardino di cemento dell’asilo.

Il cornetto portafortuna non c’è più.

Non è vero – è in un cassetto.

1968 – Io sono morta un giorno di maggio.

Io sono morta davanti alla bava al sudore al muco al vomito allo sperma alle lacrime al sangue all’urina molti giorni fino a ieri – fino a oggi.

Io sono morta senza respiro.

Asma – allergia.

Sì, vado avanti.


(continua)

martedì 24 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 4

 

Andiamo avanti.

Nel 1990 diceva: Mi vergogno di te.

Non so cosa raccontare alla gente.

Nel 1993 diceva: Ora che hai fallito – affidati a me.

Per stuprarmi meglio.

Le atrocità riscaldano il cuore:

Andiamo a cena fuori.

Andiamo a fare colazione.

Ho voglia di dolci – di pizza – di caffè.

Ho voglia di gelato spalmato sulla pelle.

Facciamolo insieme.

Cresciamo insieme.

Stiamo uniti.

Più siamo – meglio stiamo.

Mi dica:

cos’ha in mente,

cos’ha in gola,

cos’ha nel cuore,

cos’ha sullo stomaco,

cos’ha sulla pelle.

Non mi interessa cosa pensa.

Quanto sei sicuro – bisogna essere sicuri.

Lavoriamo sull’autostima – facciamo progetti.

Elenchiamo obiettivi.

Rosso – programma dai contenuti forti.

Giallo – programma da vedere insieme a un adulto.

Verde – programma per tutti.

Quando si chiude una porta si apre un portone.

Siamo in pubblico.

Siamo un pubblico.

Mi guardi.

Sì, vado avanti.



(continua)

domenica 22 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 3

 


Andiamo avanti.

Le parole urtano – contro i confini delle cose.

Le parole – disegnano i propri oggetti.

Le parole non incidono.

Assegnano.

Agisco – qui ora – senza definizioni, con il corpo sfatto.

Mi fai schifo.

Con le donne grasse – io mai.

Perché non dimagrisci – mi fai schifo.

Il trucco su di te è come una cravatta su un maiale.

Niente da dire.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

1976 – a otto anni mi toccavo.

Vangelo e Odissea sul comodino.

Non ero mai sola.

Ero una dea – intelligente.

Dea del cervello.

È una notte magnifica.

Stelle cadenti – andiamo a ballare.

Andiamo al mare – andiamo in vacanza.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

28 febbraio 2004.

Ho scritto una lettera – diceva come saresti morta.

Il giorno dopo ogni parola si era realizzata.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Nel 1999 ho aspettato un uomo davanti alla porta tutta la notte.

Nel cortile - i suoi vicini mi guardavano.

Sì, vado avanti.


Andiamo avanti.

Nel 1986 sentivo i suoi lamenti nel sonno.

Stanotte mi hai sentito e non hai fatto niente.

Non ho sentito niente – non è vero.

Sì, vado avanti.


(continua)


venerdì 20 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 2

 

Andiamo avanti.

In una giornata consumo: 48 sigarette 2 Aulin 2 Aspirine 20 gocce di Novalgina 7 caffè e faccio la lista della spesa.

Due bottoni neri da cappotto

valigia rigida con ruote

un abito (da donna)

rasoi (da donna)

ammorbidente violaceo

detersivo liquido al profumo di mirra 

due cartoni di birra

shampoo all'anice

liquore all'anice

due quaderni con copertina rigida nera in cuoio riciclato

un quaderno con copertina morbida nera in cuoio riciclato

una confezione da 20 Bic nere punta grossa 

una confezione con tre trincetti gialli di misura diversa 

forbici da sarto.

Ho paura che il mio corpo a pezzi possa essere visto.

Che il sangue coli per le scale nell'ingresso sui marciapiedi dentro i negozi nelle fughe delle mattonelle dei centri commerciali.

Lista della spesa:

sei uova biologiche

tre panini infarinati

mezza torta di mele

copia di un mazzo di chiavi

una cartuccia per stampante con inchiostro nero

una cartuccia per stampante con inchiostro blu

ago e filo per attaccare i bottoni da cappotto

cinque metri di nastro di raso rosso sottile.

Tutte le parole rimangono in bocca, risuonano dentro – scendono

per la colonna vertebrale.

Che splendida serata – non sei d’accordo?

Non c’è nessuno – cos’hai da dire?

Cos’ho da dire – non dico niente.

Non dico niente.


Non dico niente – non ricordo niente.

Non dico niente - non ricordo niente.

Non dico niente – non ricordo niente.

Ripeto – risucchio momenti passati – passati da me, vicino, sopra?

Non ricordo niente.

Mi batto per una giusta causa.

Ripeto.

Ridicola – mi mangio le viscere.

Mi ascolti – non c’è niente da dire.

Illuminami.

Mi brucio – con acido – la pelle.

Aprimi – squartami.

Lascia pezzi di me ovunque.

Nessun fabbro nessun muratore - per me.

Pezzi di me – ovunque.

Qui – dove dormo legata al letto.

Con fili di ferro – conficcati nei fianchi.

Sangue – marcio.

Stoffa – lacerata.

Cadaveri sparsi – devo fare ordine.

Memoria cancellata – niente da dire.

Cerca di stare bene – ho bisogno di te.

Mi vergogno di te – è colpa tua.

Se siamo soli – se siamo malati.

Se siamo vivi – se siamo morti.

Non ho motivi per stare qui.

Non ho niente da dire.

Sì, vado avanti.


(continua)

mercoledì 18 novembre 2020

Ex files (una memoria tira l'altra e tutte lavano il viso) parte 1


 

Se Lei mi chiede cosa ho da dire, io sto zitta.

Se Lei mi chiede cosa ho da dire, io sto zitta.

Rumino al buio e alla luce, non importa come:

Passami il sale,

Accendi la TV,

Cosa mangiamo?

Ho paura e non ho niente da dire, lo sa.

Le faccio un elenco, molto alla moda.

Le faccio un elenco, no, una scaletta: è più appropriata.

Accendi la TV.


Il 2004 e il 1987 hanno in comune la morfina.

Del 2004 ricordo: morfina – due fiale.

Urla – tutta la notte.

1987: morfina – convulsioni.

Gambe – piegate distese, piegate distese – ultima lacrima.

Silenzio.

2004: Morfina – due fiale sul comodino.

Dolore – due compresse.

Urla – ad ogni respiro.

Tutta la notte.

Diabete – 185.

Insulina – due unità.

Spogliare lavare vestire.

Mutande piene di merda che continua a uscire, continua a uscire da organi ormai rilassati.

Silenzio.

Occhi spalancati.

Due respiri – fine.

Mi chiedono se acconsento alla rianimazione – sì.

Vestaglia tagliata – corpo nudo per terra.

Mi chiedono se sono sicura – no.

Dopo è peggio – mi dicono.

Corpo sul letto – era morta vero?

Bara fabbro fiamma ossidrica.

Loculo muratore cemento.

Cosa c’è da dire.

Ho sbagliato – valutato male.

Ho voglia di gelato adesso – che gusto mi consiglia?

Assaggi la mia pelle.

Mangiami bruciami Leccami – tutta la notte.

Sì, vado avanti.


(continua)

giovedì 23 gennaio 2020

Over


Over
di Laura Bucciarelli
(testo tutelato dalla SIAE)



Una donna cammina. Segue un uomo che chiama genericamente “soggetto”.


Primo movimento (mattina)

Sette e trentacinque.
Due gradi.
Il soggetto esce di casa.
Sette e trentacinque, due gradi. Sole.
Esce. Non c’è nessuno.
Il soggetto cammina.
Diritto.
Non vedo nessuno.
Sette e trentacinque, due gradi, sole, brina.
Diritto.
Io e il soggetto siamo soli.
Passa con il rosso.

Pausa.

Verde. Destra.

Pausa.

Sinistra.
Vedo “Tappeti orientali persiani e moderni nuovo punto vendita”.
Destra.
Vedo “Impianti elettrici e riparazioni”.
Vedo “Ristorante cinese pizzeria”.
Vedo “Spaccio aziendale abbigliamento”.
Diritto.
Il soggetto rallenta, rallento.
Il soggetto fuma, fumo.
Diritto.
Vedo “Tabacchi”.
Vedo “Ristorante pizzeria”.
Vedo “Fiori articoli da regalo”.
Sole negli occhi.
Vedo “Uomo oggi estetica abbronzatura”.
Destra. Diritto. Diritto.
Vedo “Ventilatori industriali impianti fotovoltaici”.
Vedo “Automobili concessionaria”.
Vedo “Ristorante pizzeria”.
Vedo “First class hotel”.
Diritto.

Pausa.

Diritto. Destra. Diritto.
Vedo “Logistica surgelati”.
Vedo “Cooperativa trasporti rapidi”.
Diritto.
Vedo “Impianti elettrici”.
Vedo “Fedeltà premiata”.
Vedo “Due tre quattro cinque vani villette giardino garage”.
Vedo “Le opere di movimento terra e urbanizzazione sono eseguite da”.
Diritto.
Se si deve andare, si deve andare.
Quello che si deve fare, si deve fare.
Per cambiare si deve pagare.
Qualcuno al mio posto. Come me. Domani smetto.
Vedo “4000 metri quadri commerciali”.
Vedo “Stazione fissa per il controllo elettronico della velocità”.
Il soggetto rallenta, rallento.
È vicino. Sette e cinquantotto.
Se si deve andare, si deve andare.
Quello che si deve fare, si deve fare.
Sinistra. Mi bruciano gli occhi.
Vedo Centro commerciale.
Diritto. Diritto.
Vedo “Laboratorio riparazioni”.
Vedo “Zona denuclearizzata nuclear free zone”.
Vedo “Laboratorio lamiere ferro battuto”.
Il soggetto si allontana.
Lo tengo d’occhio, io ferma.
Vedo Coperture.
Vedo Ipermercato.
Vedo “Pizza”.
Vedo “Self service all’ingrosso con tavola calda”.
Vedo “Scaffalature industriali e soppalchi 4000 metri quadri di esposizione”.
Diritto.

Pausa.

Riempire gli spazi vuoti.
Vedo “Ristorante pizzeria”.
Vedo “Installazione impianti a metano”.
Vedo “Laminati”.
Diritto. Nessuna scelta.
Se si deve andare, si deve andare.
Quello che si deve fare, si deve fare.
Da domani basta.
Vedo “Security”.
Sinistra. Domani. Destra. Destra. Sinistra.
Il soggetto si ferma.

Pausa.

Vedo Semaforo rosso.
Diritto. Diritto.
Vedo lavori, lavori.
Diritto a diritto a diritto. Dove va.
Devi cambiare. Per cambiare devi pagare.
Se si deve andare, si deve andare.
Quello che si deve fare, si deve fare.
Sinistra.
Per cambiare devi pagare.
Diritto.
Il soggetto non si ferma.
Il soggetto non ha niente da fare.
Voglio pagare di più.
Il soggetto è davanti a me.


Secondo movimento (pomeriggio)

Ore 14,17.
Il soggetto continua a camminare.
Vedo sole, nuvole…
Vedo “Libri giapponesi”.
Vedo “Centro revisioni servizio garage”.
Vedo “Secondo lunedì del mese in tutta la sede stradale”.
Vedo “Lavanderia”.
Vedo “Monouso cartoleria imballaggi”.
Vedo “Autofficina”.
Diritto. Siamo molto vicini. Destra.

Pausa.

Vedo semaforo rosso. Dove sta andando.
Vedo “Ristorante pizzeria”.
Vedo “Caffè piano bar”.
Diritto, diritto. Diritto, diritto.
Il soggetto corre, corre, corre, corre.
La strada è tutta diritta.
Domani cerco qualcuno. Al mio posto. Come me.
Compro troppo pane.
Si fanno miracoli. Moltiplicazioni ricongiungimenti.
Rigonfiamenti, poi si scompare.
E tu non lo sai.
Fermo, guardi solo vetrine.
Tu sei molto stanco.
Ho la testa vuota.

Pausa.

Vedo alberi.
Come si chiamano gli alberi?

Pausa.

Troppa gente, troppa gente destra, destra.
Destra. Destra diritto, diritto, diritto. Diritto.

Pausa.

Destra.
Conosco questo posto.

Pausa.

Diritto, diritto, diritto ancora diritto, diritto, diritto, diritto.
Vedo “Centro estetico piscina”.
Vedo “Istituto parificato”.
Vedo scuola.
Vedo parcheggio.
Il soggetto entra in un bar.
Semplicemente.
Aspetterò.

Pausa.

Aspetto a tutte le uscite.
Tutti i giorni.
Aspetto.
Sempre un'ora di anticipo, anzi due.
Faccio finta.
Inizio a contare.
Quante macchine in cinque minuti.
Camion e moto esclusi.
Una grigia. Una bordeaux. Una verde.
Una mattone.
Una grigia. Una verde.
Una blu.
Una grigia....
Niente.
Una celeste. Una nera. Una grigia.
Una grigia.
Una bianca. Una grigia. Una grigia.
Una grigia.
Una blu. Una grigia. Una blu.
Una grigia.
Una bianca. Cinguettano. Una verde.
Una rossa.
Una grigia. Una bianca. Una gialla.
Una bianca.
Una grigia. Una grigia. Una grigia.
Una bianca.
Una grigia. Una blu. Una rossa.
I grigi sono metallizzati.
Una verde. Una grigia. Una nera.
Una bianca.
Una bianca. Una grigia. Una bianca.
Una grigia.
Una grigia. Una grigia. Una rossa.
I grigi sono più chiari che scuri.
Una grigia. Una rossa. Una grigia.
Una celeste.
Fine cinque minuti.
Quarantanove macchine.
Ventidue grigie.
Otto bianche.
Quattro blu.
Quattro rosse.
Quattro verdi.
Due celesti.
Due nere.
Una bordeaux.
Una mattone.
Una gialla.
Eccolo.


Terzo movimento (tramonto)

Ore 17,47.
Il soggetto continua.
È buio.

Pausa.

Mi arrampico.

Pausa.

Passo con il giallo.
Passo con il rosso.
Scivolo su gomma nera.
Vedo fumo petrolio.
Un cinese si sfrega il naso.
Di’ no alla morte.
Sì a dicembre.
No alla fine.
Sì a dicembre.
Sì a novembre.
No a ottobre.
Sì a settembre.
Dire sì, dire no.
Il cinese è seduto per terra.
Domani ci sarà qualcun altro.
Aspetterò a casa. Casa mia.
Qualcuno scriverà. Tutto, tutto per me.
Ma non vedo. Non vedo.
Vedo “Tende da sole arredamento giardini”.
Vedo “Entrata sul retro”.
La città è finita, morta, secca, al buio. Piove.
Mani fredde. Piedi freddi.
Si va.

Pausa.

Ore 18,19.
Farmi piccola.
Formica con l’asma.
È buio.
Non finisce mai.
Non respiro.
Cammino.
Vedo indicazioni all’inizio.
Vedo introduzione.
Vedo tutto per far capire domani come fare.
Vedo “Pizzeria creperia”.
Vedo “Produzione e vendita di scale e ringhiere parquet e laminati infissi da interni ed esterni”.

Pausa.

Sono fredda.
Il soggetto cammina sul sale.
Il soggetto è un pezzo di pollo.
Il soggetto sta fermo alla vetrina di video e televisori.
Il soggetto sta fermo alla luce.
Bisogna prendere appunti.
Passa “Piatti pronti da cucinare consegna a domicilio CD009JN”.
Passa “CF260AR”.
Passa “BZ595RC”.
CF852PK”.
AY448BW”.
BP530YZ”.
Il soggetto sta fermo.
Passa il maggiolino “Restauro mobili vendita mobili antichi falegnameria su misura in legno massello”.
BK888XW”.
Il soggetto sta fermo aspetta.
Il soggetto guarda “CC919JY”.
DA746BZ”.
Vedo “Raccolta indumenti usati e in buono stato associazione di volontariato”.
Vedo “Su ambo i lati”.
Vedo su ambo i lati.
Io voglio andare via.
Il soggetto sta fermo.
Guarda.

Pausa.

Vedo “Sali e tabacchi”, sali e tabacchi.
Il soggetto si stacca dalle luci e cammina.
Vedo “Servizio gomme”.
Vedo “Piatti pronti da cucinare consegna a domicilio”.
Vedo “Pagamento dodici mesi interessi zero”.

Pausa.

Il soggetto rallenta. Si gira.
Vedo “Nuova gestione”.
Mi confondo. Mi vede.
Mi vede?
Il soggetto indica.
Parla con qualcuno.
Indica.
Si gira. Mi vede?
Ma io cambio.
Io…
Ho fatto la sauna io.
Ho tutti i pori aperti.
Ho le lenti a contatto.
I capelli corti pettinati.
Io ho gli stivali.
Ho gli orecchini.
Io sorrido. Non lo sa. Io sorrido.
Ho i capelli corti.
Ho le lenti a contatto azzurre.
Ho un neo finto.
Ho gli orecchini. Mi vede.
Mi riconosce?
Ho gli occhiali.
Ho i capelli ricci.
Ho il naso lungo.
Ho le scarpe da ginnastica.
Cammina.


Quarto movimento (sera)

Ore 20,20.
Il soggetto continua a camminare.
Vedo “Divieto di accesso ai non addetti ai lavori”.
Vedo “Bonifica da ordigni esplosivi”.
Da casa al lavoro sono 147 passi.
Quattro volte al giorno, mai uno di più.
Da casa al forno sono 58 passi.
Da casa al medico sono 213.
Da casa al bar sono 220.
Dal lavoro all’ufficio postale sono 99.
Dal lavoro alla banca sono 266.
Dal lavoro al negozio di fotocopie sono 33.
Dal lavoro al bar sono 73.
Per il supermercato ci vuole la macchina.
Vedo “Spazio disponibile fine cantiere”.
Vedo “Aperti domenica”.
Vedo “Controllo elettronico”.
Vedo “Mese pazzo 50 per cento”.
Vedo “Affitta vende”.
Vedo “Panini focacce”.
Vedo “Packaging service”.
Vedo “Vetri auto”.
Non manca nulla. E non ci si perde.
Ti piace mangiare nei self-service. E attaccare discorso.
Vedo “Ferramenta e utensili”.
E camminare.
Ti piace guardare la televisione nelle vetrine.
Ti piace ascoltare i discorsi degli altri.
Ti piace il sole.
Ti piace… cosa? Ti piace cosa?
Vedo “Imballaggi in polietilene”.
Ti prendi le pause che vuoi.
Assorbi silenzio. Assorbi rumore.
Non posso farci niente.
Il ritmo è questo.
Ogni tanto proteste contro un inceneritore.
Vedo lenzuola.
Ma tu cammini. E io dietro.
Ore 20,34.

Pausa.

Vedo “Chiuso”.

Pausa.

Il soggetto rientra.
Il soggetto ha le finestre accese.
Chiude la porta.
Si muove.
Non succede nulla.
Nessuna sbavatura.
Nessun danno.
Niente incidenti malattie imprevisti catastrofi cataclismi inondazioni.
Niente fine del mondo.
Tutte le regole vengono rispettate.
Tutti i nodi non vengono al pettine.
Se è rosso di sera, al mattino c’è il sole.
I pianeti rimangono in asse.
Vedo tutte le stelle.
Vedo domani.
Sette e trentacinque.


(Laura Bucciarelli, 2010)