Bogey
“Non
bisogna mai contraddire una donna. Basta aspettare: lo farà da
sola.”
Bogey
consumato, lui, le sue parole e il suo fumo, non lo sopporto.
Ho
bisogno del suo aiuto.
“Posso
essere più esplicito: non sai cosa vuoi, bambina.”
La
più grande stella maschile di tutti i tempi è nata il giorno di
Natale, Natale, dico, Natale, più di così…
“Non
finisci una frase, bambina. Funziona in questo modo: tu mi dai un
indizio e io ti do la risposta.”
“Basta
poco, in effetti.”
Mostra
segni di irritazione. Anch’io.
“So che i tuoi servizi sono molto richiesti, ma non sei il mio tipo.”
“So che i tuoi servizi sono molto richiesti, ma non sei il mio tipo.”
Con
una smorfia, spinge il pacchetto verso di me.
“Posso?”
Mentre gli chiedo il permesso, lo guardo come se avessi lunghe
saracinesche su grandiosi occhi lucidi.
“Aspira,
bambina, aspira, aspira, aspira, aspira, aspira”, dice mentre mi
accende una sigaretta, finalmente.
“Lo
avevo con me. Davanti agli occhi. Lo avevo portato con me. Lo avevo
davanti agli occhi, lo avevo con me. Avevo fatto di tutto… Non si
trovano più. Qualcuno deve averne fatto incetta, dicono che sia
stata una setta.”
O
una piccola fiammiferaia all’avanguardia che ha accettato il suo
destino, o un artista installatore seriale.
“O
un necrofilo in un momento di esplosione passionale” dice lui.
“Comunque
ce l’avevo, non me lo sono immaginato. Era l’ultimo. Lui, quello
che me l’ha venduto, aveva gli occhiali a specchio, esile, abito
nero, cravatta fine come le sue gambe, valigetta di metallo, clac,
clac, velluto nero ed eccolo lì, rosso, senza etichetta. Non era
originale, lo sapevo, forse era di quelli riciclati, ma era
un’occasione. Scatola di fiammiferi o accendino usa e getta in
omaggio. Solo baratto. Ha detto. Uno dei miei incisivi sani per
quello sballo maxi. Questo ha detto.”
“L’ultimo.”
“L’ultimo,
sì.”
L’ultimo incisivo e l’ultimo… Da quando un certo tipo di plastica è diventata cibo da squagliare nella bocca dei nuovi petro-tossici, non si trovano più lumini da cimitero. Buona la plastica, via la candela, in cambio di un sano, originale dente umano. I petro-tossici sono anche detti vampiri sdentati. Il calore diretto sulle gengive è da orgasmo perciò la merce di scambio non è considerata importante. Il problema è che i denti finiscono. I propri.
L’ultimo incisivo e l’ultimo… Da quando un certo tipo di plastica è diventata cibo da squagliare nella bocca dei nuovi petro-tossici, non si trovano più lumini da cimitero. Buona la plastica, via la candela, in cambio di un sano, originale dente umano. I petro-tossici sono anche detti vampiri sdentati. Il calore diretto sulle gengive è da orgasmo perciò la merce di scambio non è considerata importante. Il problema è che i denti finiscono. I propri.
“Era
l’unico che ero riuscita a trovare dopo settimane e me l’hanno
fregato.”
“Ora,
come farai?”
Mi
frana il terreno sotto i piedi. “Con il tuo aiuto, spero… Io devo
ritrovare quel tipo, esile, abito nero, cravatta fine.”
Un
fiammifero e Bogey scioglie un bicchiere davanti alla mia bocca da
uccellino. Cerco di darmi un contegno. Non ho più niente da
scambiare. Dovrei darmi alle stoviglie?
“Petrolio
da poco”, dico.
Il
sorriso di Bogey luccica alla mia voragine sdentata.
(di Laura Bucciarelli, 2010)
Smoke gets in your eyes, versione di Miles Davis