Saluto
e mi allontano. Volto la schiena e mi allontano. Alzo i tacchi
cammino faccio qualche passo mi fermo l'avrò detta quella cosa
quella cosa l'avrò detta e se non l'ho detta come la prenderà cosa
penserà di me forse penserà che ho fretta che sono distratta non
che sono maleducata e egoista ma l'ho sicuramente detta quella cosa
io non ne sono certa provo subito a telefonare scusa sai non sono
sicura ma ti ho salutato prima? No scusa sai è che sono così
distratta non vorrei sembrarti trascurata. Ma guarda che mi hai
salutato più volte. Ah scusa scusa è che ho tanti pensieri per la
testa e scusa penserai che sono una stupida. No figurati sì certo
che lo pensa però almeno adesso sono sicura che ho detto ciao cioè
non so se ho detto ciao o buonasera o magari buona serata e avrò
detto a domani? Cioè l'appuntamento di domani sarà chiaro? Ma lo
vedremo domani. Se non viene vuol dire che non ci siamo capiti. Già.
Sono stata svagata non ho posto attenzione a tutte le parole una per
una ci siamo salutati all'inizio ho chiesto come stai? Per non essere
considerata troppo egoista. Ho ascoltato la risposta? Non mi ricordo
come sta. Avrà detto bene insomma si va avanti come sempre più o
meno bene sì bene dai. Cosa può aver detto? Mi sarei ricordata se
avesse detto qualcos'altro. Sì insomma una malattia o magari la
nascita di un figlio o di un gatto o un trasloco. Avrò chiesto come
sta la sua famiglia. Avrà capito che non mi interessa. Ma io non
devo aspettare solo le informazioni che mi interessano e io cosa avrò
risposto? Non ricordo se mi ha chiesto come sto. Ma se l'ho chiesto
io non vedo perché debba aver ricambiato per forza. Sennò sembra
che uno lo faccia solo per educazione e non sta bene. Se uno chiede
deve chiedere davvero e non solo per forma. Quindi se l'ho chiesto io
non è stato chiesto a me. Forse mi comporterei così o forse no non
farei così. E se non l'avessi chiesto per prima? Se fossi stata io
la seconda? Resta il fatto che non ricordo se l'ho chiesto. Cos'è
che volevo sapere. Di così importante. Non lo ricordo ma se era così
importante perché non lo ricordo? Provo a ricostruire l'incontro e
tutta la conversazione. Si sarà accorto che volevo evitarlo. Ho
fatto un sorriso forzato? Ma lo faccio sempre anche se sono contenta
perché non sono mai contenta quindi il sorriso è comunque forzato.
Non è perché non voglio incontrare qualcuno comunque l'avrei voluto
evitare è chiaro. Quindi se ne sarà accorto. Ho tenuto i piedi
voltati verso la direzione che volevo percorrere? Come per andare
via? Il mio sguardo ha scavalcato il suo viso lo ha attraversato mi
sarò voltata al più impercettibile rumore? Dunque avrò sorriso e
salutato con un saluto qualunque. Nessun contatto fisico questo credo
di ricordarlo. Non potrei dimenticarlo. Oppure. Saltiamo i saluti.
L'avrò guardato negli occhi un momento. Non ho chiesto come sta ho
chiesto come va. Più neutro. Se l'ho chiesto ho chiesto come va. I
capelli un po' troppo lunghi. Ai lati e la barba di qualche giorno e
gli occhi un po' arrossati ma c'è vento c'è vento e anch'io sento
bruciare gli occhi sulla passerella pedonale che attraversa la
ferrovia e da cui a un certo punto si vede solo il cielo. E allora
quello che volevo sapere riguardava forse qualcun altro o
qualcos'altro sul passato o sul futuro forse su dove stava andando.
Era solo una curiosità nel caso. Ci sono altre informazioni di
grande importanza che avrei potuto chiedere e sicuramente le ho
chieste. Ero distratta anche dal torcicollo e da una sensazione di
gonfiore al viso. Penso che avrò tastato le guance più e più volte
senza rendermene conto e sicuramente non avrò ascoltato. Perché io
non ascolto quasi mai. Perché mi concentro sulle sensazioni e non
riesco a fare due cose contemporaneamente. Mi sa che aveva fretta e
avrà detto ci sentiamo presto o ci vediamo domani e parliamo un po'
e allora l'avrò salutato ancora. Certamente se me l'ha detto anche
al telefono vuol dire che è vero a meno che non l'abbia fatto per
non farmi sentire troppo stupida. Ma si sarebbe fatto una risata se
non l'avessi salutato e poi l'avessi chiamato per salutarlo perché
uno non se la prende se non viene salutato senza motivo. Mica ce l'ho
con lui. Non abbiamo mica litigato. Non ci siamo detti nessuna parola
cattiva. Nessuna allusione nessuna ferita nemmeno un peccato veniale.
E se avessi fatto una gaffe come capita spesso non ho alcuna
delicatezza nel trattare argomenti intimi. Ma non mi sembra che
abbiamo affrontato discorsi troppo personali forse abbiamo parlato
del vento delle nuvole del tempo incerto e di quanto era strano
incontrarsi proprio lì. Che poi perché strano. Ma questo lo penso
io. Sono solo ipotesi bisogna che le metta tutte in fila una per una
tutte le possibilità e che scarti quelle più improbabili e mi tenga
quelle più probabili. Ecco e poi avrò una sintesi veritiera della
nostra conversazione. E forse le informazioni che avrei voluto avere.
Forse sono nascoste da qualche parte e adesso mi sfuggono. In quei
fili di capelli fuori posto unti. Di chi non ha dormito a casa. Ma
questo non è stato oggetto di conversazione. D'altronde io andavo a
fare la spesa e l'avrò detto di sicuro. Che fai vado a fare la
spesa. Questo è certo. Vado a fare la spesa. E ho la lista in tasca
e questa è la cosa più importante che ho da dire. Sicuramente l'ho
detta. Certo traspare una certa malinconia per come la vedo io sono
sicura che avrà pensato quanto è triste una che non ha che da dire
che va a fare la spesa. Già. A me i supermercati piacciono e non
devo parlare con nessuno non chiedere non rispondere. Prendere
lasciare riprendere pagare. Niente da registrare. Io amo le cose
semplici ma non come pane e olio. Piuttosto come un programma
televisivo di cui non ti perdi niente. Non rischio di perdermi
niente. Io ho paura di perdermi troppe cose tra quelle che mi stanno
intorno e quelle che mi camminano accanto e ora ho il pensiero dei
tubi che perdono sotto il lavandino della cucina per questo non
riesco a ricordare. Sono poche gocce ma non riesco a ricordare. Se
fosse accaduto qualcosa me lo ricorderei. Se mi fosse caduto qualcosa
dalla borsa me lo ricorderei io non perdo niente. Perdo parole. Ma
perché non sto attenta alle voci. È l'incertezza secondo me che
rende difficile ricordare. L'incertezza di aver capito in quel
preciso momento. Il chiedersi sempre in quel preciso momento se ho
capito bene. E questo mi fa perdere le parole successive e poi quelle
successive e poi ancora e ancora. Non riesco più a recuperarle.
Comunque ora so che ho salutato andando via perché l'ho chiesto e
forse potrei chiedere altro. Tutte quelle gocce, una dopo l'altra,
infinite, rimangono sospese e cadono, rimangono sospese e cadono. È
sempre la stessa goccia? È sempre la stessa parola? Potrei chiedere
di cosa abbiamo parlato. Ma di niente di niente. Mi risponderà.
Proviamo. Forse mi risponderà così. Abbiamo parlato di niente. Non
ti preoccupare. Non mi preoccupo. Io domani non vado. Non credo che
ci sia un appuntamento. E non lo chiedo. Sicuramente mi sbaglio. Non
c'è nessun appuntamento. L'autunno mi cola dentro il cranio.
Gonfia, si dilata come una spugna. Io voglio guardarlo dai vetri.
Essere spremuta via.
(Laura Bucciarelli, 2000qualcosa, rivisto nel 2019)
PFM, Impressioni di settembre
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