Una strada della città di nome B,
giorno.
Un ombrellone rosso a pois bianchi con
una stecca storta.
La “zampa” che lo regge, a squame
verde-arancio, cangiante, è inserita dentro un tavolino tondo.
Sotto l'ombrellone, due poltroncine,
anch'esse rosse a pois bianchi e un tappeto simile alla zampa, per
essere coerenti.
Due persone, sedute sulle poltroncine,
hanno i piedi nudi e sorseggiano limonata mangiando dolcetti rosa.
Parlano di camaleonti e dei quadri di
Mark Rothko visti a New York, specialmente di uno verde-azzurro con
due sottili strisce, una arancio e una giallo-oro, che lo tagliano in
orizzontale.
Parlano anche dei rinoceronti perché
almeno un rinoceronte è sempre presente per le strade di B.
Anche le tigri bianche sono un buon
argomento di conversazione.
I rinoceronti pascolano sull'asfalto.
Fenicotteri rosa, tigri bianche e
caimani dagli occhiali sostano lungo i marciapiedi.
E molti canarini affollano il cielo
grigio di B.
Sono tutti a pois.
Eccetto quelli gialli che volano sugli
alberi con i frutti rossi.
Orsi e orsetti si affacciano alle
finestre e guardano la scena bisbigliando.
Passa un treno, fischia fischia.
Un fischio forte forte.
Un rinoceronte scappa.
La limonata è finita, sparita senza
lasciare tracce.
Il treno si ferma in un luna park
abbandonato.
È buio, gli alberi sono fitti fitti.
Le due persone che erano sotto
l'ombrellone scendono dal treno e si addentrano nel bosco che ha
mangiato le giostre e le montagne russe.
Si sentono rumori metallici.
I due inciampano su qualcosa di freddo
e rigido.
Lo esplorano con le mani, scavalcano
una specie di parapetto.
Non si vede niente.
Sentono che stanno perdendo
l'equilibrio.
Si muove!
Dove sono?
Si reggono forte e si lasciano andare
su su su su su, sopra gli alberi neri, fino alla ruota panoramica.
E salgono salgono, è altissima.
Salgono fino alla stella della sera.
Venere.
Vicina a una falce di luna.
In un cielo blu scuro trasparente,
degradante in verde smeraldo.
E stanno lì.
Agganciano la ruota alla falce di luna.
Stanno lì, davanti a una tela di Mark,
poi ci entrano.
(Laura Bucciarelli, 2019)
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